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Secondo Santa Ildegarda di Bingen è scritto:

"Se una persona soffre di un’infezione pungente nelle membra e nelle pieghe delle articolazioni, e ha anche disturbi nel tratto gastrointestinale, dovrebbe cuocere i piedi, cioè la cartilagine e le parti grasse dei piedi dei bovini (vitelli), e mangiarne spesso e in abbondanza. Questo rimedio allevia il dolore pungente nelle articolazioni delle membra e i disturbi allo stomaco."

 

Fonte: Grande farmacia di Ildegarda


Dal 2000 produciamo artigianalmente nel nostro macello il brodo di piede di vitello secondo Santa Ildegarda di Bingen.
Da maggio 2016 spediamo pacchi con brodo/zuppe di piede di vitello tramite DHL.
Scoprite di più sull’analisi del nostro brodo di piede di vitello secondo Santa Ildegarda di Bingen.
Informatevi sui risultati scientifici relativi agli amminoacidi glicina, arginina, prolina e lisina in relazione all’artrosi e all’artrite.


I componenti più comuni e il loro utilizzo nel corpo umano

Le proprietà benefiche del brodo di piede di vitello secondo Santa Ildegarda di Bingen

Il motivo delle proprietà benefiche del brodo di piede di vitello secondo Santa Ildegarda di Bingen
Deve essere visto come il risultato dell’interazione di molti piccoli fattori. Nella seguente tabella troverete l’analisi di laboratorio degli amminoacidi contenuti nel nostro brodo di piede di vitello. Questi valori si riferiscono al brodo prodotto artigianalmente nel nostro macello. Gli amminoacidi evidenziati in giallo hanno un’importanza particolare nelle malattie articolari e infiammatorie.

L-lisina è un amminoacido essenziale. È importante per la crescita ossea, la divisione cellulare e la guarigione delle ferite. In quanto amminoacido essenziale, deve essere assunto attraverso l’alimentazione.

Arginina è un amminoacido semi-essenziale. Partecipa a molti processi biologici del corpo come la divisione cellulare, la guarigione delle ferite e la funzione immunitaria. Inoltre, favorisce la rimozione dell’ammoniaca sotto forma di urea, risultando utile nei casi di gotta.

Acido glutammico: Il nostro corpo è in grado di sintetizzare la prolina a partire da acido glutammico e ornitina (che è un intermedio del ciclo dell’urea).

Prolina è un amminoacido non essenziale. Può essere convertito in idrossiprolina tramite l’enzima prolil-idrossilasi. L’idrossiprolina è necessaria per la formazione del collagene.

 

Glicina è un amminoacido non essenziale e può essere formato dal corpo a partire dalla serina. La glicina si trova in alta concentrazione nel collagene (circa un terzo). Inoltre, ha effetti antinfiammatori.

Collagene nel corpo

Gli amminoacidi sopra menzionati hanno un'influenza diretta sui processi metabolici che portano, come risultato finale, alla formazione della proteina collagene.
Il collagene rappresenta circa un quarto della quantità totale di proteine nel corpo umano ed è il componente principale di pelle, ossa, tendini, cartilagine, vasi sanguigni e denti.

Le catene delle molecole di collagene contengono un’elevata percentuale di prolina e glicina.
L’elica delle proteine del collagene ha una forma allungata, diversa dall’alfa-elica, e per questo è molto compatta e densa.

Le proprietà principali del collagene nel corpo umano sono:

  • resistenza alla trazione di legamenti e tendini,

  • resistenza alla pressione della cartilagine articolare,

  • flessibilità delle ossa.

Esistono diversi tipi di collagene, ciascuno con funzioni specifiche nel corpo:


Collagene di tipo I

Necessario per la struttura e la resistenza meccanica.
È particolarmente importante nelle zone di transizione tra osso, cartilagine e tendini.

Collagene di tipo II

Essenziale per il tessuto cartilagineo.
Conferisce viscoelasticità, rendendo il tessuto elastico e viscoso allo stesso tempo.
Il tipo II rappresenta una grande parte della mucosa gastrica e sostiene il sistema digestivo.

Collagene di tipo III

Fondamentale per l’elasticità di organi come la pelle, i polmoni e le grandi arterie.

Collagene di tipo VI

Circonda le cellule muscolari scheletriche ed è parte integrante della membrana basale dei muscoli scheletrici.

Collagene di tipo VIII

 

Presente in grande quantità nel cervello, nel fegato, nei polmoni, nei muscoli e nella cartilagine.
È il componente principale della parte anteriore, curva e trasparente del bulbo oculare, che si trova davanti alla pupilla.

Quadri clinici e testimonianze sull’efficacia del brodo di piede di vitello secondo Santa Ildegarda di Bingen

Artrite

L’artrite è un processo infiammatorio articolare, noto anche come processo “caldo”.
Artrosi e artrite non si presentano sempre insieme.
Spesso l’artrite è provocata da un sovraccarico temporaneo.

Sintomi tipici:
dolore articolare, fastidio durante il movimento, rigidità mattutina, arrossamento dell’articolazione, limitata mobilità, gonfiore e calore.

Esistono forme acute, che compaiono improvvisamente, e forme croniche, caratterizzate da fasi infiammatorie ricorrenti che possono compromettere a lungo l’articolazione.

Caso clinico:
Una donna di mezza età soffriva di un’infiammazione persistente al ginocchio dopo un’escursione nella Foresta Bavarese. Anche la caviglia e l’anca mostravano segni di infiammazione dovuti alla postura scorretta.
Dopo un ciclo con il nostro brodo di piede di vitello, l’articolazione infiammata si è finalmente calmata.
Ora assume regolarmente il nostro brodo a scopo preventivo, per rafforzare il liquido articolare tra le ossa.


Artrosi

L’artrosi è una malattia degenerativa della cartilagine articolare.
Quando danneggiata e non trattata, la cartilagine diventa fragile.
Nello stadio avanzato, l’osso rimane scoperto, perdendo la funzione ammortizzante della cartilagine.

Sono soprattutto le articolazioni più sollecitate ad essere colpite.
Un medico una volta l’ha descritta così:
“È come un pneumatico che viaggia direttamente sui cerchioni.”

Caso clinico:
Una signora anziana soffriva di dolori articolari talmente forti da dover rinunciare alle sue passeggiate quotidiane.
Dopo una settimana di assunzione del nostro brodo, mi ha chiamato entusiasta:
“Posso finalmente uscire di nuovo a camminare all’aria aperta!”
Una settimana dopo, un’altra telefonata:
“Cosa c’è nel vostro brodo? Il medico ha fatto le analisi del sangue: anche i miei valori della vitamina D sono migliorati!”
La risposta non sta nel brodo stesso, ma nel maggior tempo trascorso al sole grazie alle passeggiate quotidiane.


Malattie reumatiche

Nel “gruppo delle malattie reumatiche” rientrano oltre 400 patologie diverse.
Il termine “reuma” non definisce una malattia specifica, il che spesso porta a diagnosi imprecise o ritardate.
Si tratta di un gruppo di malattie infiammatorie croniche che colpiscono l’apparato locomotore e talvolta anche gli organi interni.

Le infiammazioni coinvolgono il sistema immunitario, provocando reazioni autoimmuni.
La forma più nota è l’artrite reumatoide, chiamata comunemente “reuma” o “reumatismo articolare”.

Altre malattie infiammatorie croniche includono:

  • Vasculiti (infiammazioni croniche dei vasi sanguigni)

  • Collagenosi (infiammazioni croniche del tessuto connettivo)

  • Emocromatosi (disturbo del metabolismo del ferro)

  • Gotta

Caso clinico:
Le patologie reumatiche sono tra le applicazioni più frequenti riportate dai nostri clienti.
Molti seguono cicli regolari di brodo per prevenire ricadute.

 

Particolarmente significativo è il caso di un uomo con forti attacchi di gotta, che temeva che il brodo potesse peggiorare i suoi sintomi.
Ho potuto rassicurarlo: nella nostra produzione utilizziamo solo animali giovani, in cui i purine (che causano la formazione di acido urico) non sono ancora presenti in quantità elevate.
Ha iniziato il ciclo, i dolori si sono ridotti, e non ha avuto ulteriori attacchi di gotta.

Osteoporosi

Nel corso della vita, le ossa vengono costantemente rinnovate:

  • gli osteoblasti costruiscono nuovo tessuto osseo

  • gli osteoclasti lo rimuovono

L’osteoporosi si verifica quando gli osteoblasti non riescono più a produrre sufficiente massa ossea.
Sintomi: dolori ossei, fratture frequenti e guarigione lenta delle fratture.

Caso clinico:
Una giovane donna si è sottoposta a una densitometria ossea durante la gravidanza, che ha rivelato un quadro preoccupante.
Diagnosi: osteoporosi da gravidanza.
Dopo il parto, le è stato consigliato di interrompere subito l’allattamento, ma lei non voleva accettarlo.
Ha iniziato ad assumere il nostro brodo di piede di vitello in dosi elevate (200 ml al giorno).
Una seconda densitometria ha mostrato un miglioramento della densità ossea.
Ha potuto così allattare completamente il suo bambino per diversi mesi.


Gastrite

Infiammazione della mucosa gastrica, che si manifesta con:

  • dolore nella parte superiore dell’addome

  • senso di gonfiore

  • nausea o vomito

Caso clinico:
Un uomo di mezza età con sindrome dell’intestino irritabile ha riscontrato un miglioramento della gastrite diagnosticata dopo alcune settimane di assunzione regolare del brodo.


Parodontite

Malattia del tessuto gengivale e osseo che sostiene i denti.
Comporta la perdita progressiva del supporto del dente e può portare alla mobilità e infine alla caduta dei denti.

Caso clinico:
Un uomo di mezza età con gravi infiammazioni gengivali ha notato, durante il ciclo con il brodo, una diminuzione dell’infiammazione e una sensazione aumentata di stabilità dentale.


Ernia del disco

È una patologia degenerativa della colonna vertebrale.
Si formano delle lacerazioni nell’anulus fibrosus, il tessuto fibroso e ricco di collagene che circonda il disco intervertebrale.
In caso di ernia, il nucleo del disco può fuoriuscire o spostarsi, improvvisamente o progressivamente.

Caso clinico:
Una donna, appassionata di sollevamento pesi, soffriva di dolori cronici alla schiena causati da un’ernia del disco.
Nemmeno forti antidolorifici riuscivano ad aiutarla.

 

Dopo un ciclo di 7 giorni con il brodo, ha avvertito un miglioramento significativo.
Il dolore è tornato leggermente all’ottavo giorno, quando ha interrotto l’assunzione.
Al nono giorno, i dolori sono aumentati nuovamente, così ha deciso di proseguire con la cura.

La visione di Santa Ildegarda

Con la descrizione delle proprietà benefiche del brodo di piede di vitello,
Santa Ildegarda di Bingen ci ha fornito uno straordinario e profondo sguardo sulla perfezione del Creato.

Dio ha creato gli alimenti come strumenti per la vita.


Assunzione e utilizzo

Il brodo di piede di vitello può essere assunto direttamente a cucchiaiate,
aggiunto a zuppe o salse,
oppure utilizzato come base di fondo per preparazioni saporite.

Consigli di utilizzo:

  • 1–2 cucchiai al giorno per persona

  • In casi gravi di artrosi, alcuni clienti hanno avuto successo assumendo una lattina al giorno

  • Un’ottima soluzione a lungo termine è consumare ogni 3–4 giorni un piatto di brodo, arricchito con pasta da minestra o verdure a piacere, come antipasto o piatto principale

Ulteriori testimonianze dei nostri clienti sono disponibili nella sezione dedicata del nostro sito.


Aspic di piede di vitello (gelatina)

Può essere servita ad esempio su un piatto, con aceto balsamico e erbe aromatiche, per un pasto leggero o una merenda salata.


Conservazione

Il nostro brodo e la gelatina di piede di vitello sono conservabili in lattina chiusa, a una temperatura massima di 20°C, fino alla data di scadenza (MHD) indicata.

Dopo l’apertura, conservare in frigorifero e consumare entro 4 giorni.

Consiglio importante:
Prima dell’uso, lasciare il brodo o la gelatina in frigorifero per 24 ore, in modo che si solidifichi.
Il punto più freddo del frigorifero si trova sopra il cassetto delle verdure.


Analisi del brodo e della gelatina secondo Santa Ildegarda

Il 03.03.2016, abbiamo fatto analizzare il nostro brodo di piede di vitello presso il laboratorio LUFA-ITL GmbH (Agrolab Group) di Kiel, con particolare attenzione agli amminoacidi.

I risultati confermano le affermazioni di Santa Ildegarda di Bingen:
le quattro principali amminoacidi sono presenti in elevata concentrazione:

 

Amminoacido Contenuto per 100 ml
Glicina 2,66 g (2660 mg)
Arginina 0,94 g (940 mg)
Prolina 1,51 g (1510 mg)
Lisina 0,41 g (410 mg)

L’intestino permeabile (Sindrome del Leaky Gut) – Parte 1

di Oliver Schöpf – 2024

È di nuovo tempo di Quaresima. Sempre più persone riscoprono nel digiuno e nella rinuncia un principio per stimolare le forze di autoguarigione del corpo.
Oltre alla rinuncia ad alcol o alla limitazione dell’uso di smartphone e Internet, molte persone scelgono tra il Mercoledì delle Ceneri e la Pasqua di sospendere determinati alimenti o abbandonare abitudini alimentari consolidate, per offrire al corpo un periodo di sollievo metabolico prima dell’arrivo della primavera.

Questa pratica di astensione da pasti opulenti è radicata da secoli in tutte le culture del mondo antico.
L’obiettivo è alleggerire temporaneamente il tratto gastrointestinale e, di conseguenza, l’intero metabolismo.
Con questo articolo vogliamo riportare l’attenzione su una malattia molto diffusa, spesso trascurata:
l’intestino permeabile, noto anche con il termine inglese Leaky Gut Syndrome.

Dopo decenni di osservazioni e studi, questo fenomeno cellulare è oggi sempre più al centro dell’attenzione, in relazione a molte malattie immunologiche e degenerative.
La sindrome del Leaky Gut è una lesione della mucosa intestinale, che normalmente funge da barriera finale per impedire l’ingresso nel flusso sanguigno di sostanze indesiderate derivate dalla digestione.

Quando questa barriera è compromessa, la mucosa intestinale perde la sua funzione protettiva.
Il risultato è un’esposizione continua del sistema immunitario a tossine o residui proteici mal digeriti.
Questa sorta di “intossicazione del sangue a rilascio lento” può favorire lo sviluppo di numerose patologie immunologiche:
allergie, malattie autoimmuni come il diabete di tipo 1 o la tiroidite di Hashimoto, fino ad arrivare a infiammazioni articolari croniche.

Per questo motivo, la medicina olistica presta crescente attenzione a questa sindrome,
poiché le cause e le manifestazioni della malattia si trovano spesso in punti molto distanti dell’organismo.
Tra i fattori scatenanti si annoverano alimenti industriali, sostanze stimolanti, uso eccessivo di antibiotici – la lista è lunga.

La perdita di integrità della mucosa intestinale consente il passaggio nel sangue di molecole che, in condizioni normali, verrebbero trattenute da barriere cellulari.
La presenza di una iperpermeabilità intestinale può essere diagnosticata in laboratorio tramite sostanze indicatrici come zuccheri non digeribili.

Il percorso terapeutico richiede tempo e disciplina:

 

  • eliminazione degli alimenti e sostanze dannose,

  • guarigione della mucosa intestinale,

  • ricostruzione della flora batterica intestinale.

La grande sfida: la guarigione della mucosa intestinale

L’aspetto centrale – e al tempo stesso la sfida più grande – è naturalmente la rigenerazione delle lesioni nel tessuto cellulare della mucosa intestinale.
Il primo passo è garantire una sufficiente produzione di acido gastrico.
Se lo stomaco non produce abbastanza acido, qualsiasi terapia intestinale è destinata al fallimento.

Nel corso del trattamento, cereali mucillaginosi come fiocchi d’avena, semi di lino o psyllium possono formare una sorta di scudo protettivo sopra la mucosa infiammata e lesionata.
Anche gombo (okra), platano cotto, erbe aromatiche e altri alimenti naturali possono offrire sollievo.

Segue poi una terapia probiotica per sostenere la flora intestinale.
Tuttavia, i risultati sono spesso limitati.

Quando aiuta il caso...

A volte è proprio il caso a offrire la soluzione.
Durante lo studio sull’amminoacido L-glutammina e altri elementi utili nella terapia intestinale, l’attenzione è caduta sul brodo di piede di vitello secondo Hildegard von Bingen.

Questa antica ricetta viene oggi impiegata da pazienti con artrosi con risultati sorprendenti e raccomandata sempre più spesso.
Analizzando l’uso e lo scopo di questo brodo osseo nella medicina di Hildegard von Bingen, si comprende che questa preparazione era un elemento centrale della medicina monastica.

Soprattutto durante la convalescenza, venivano somministrati brodi di carne e ossa per favorire la ripresa.

Nella terapia intestinale, la variante con piede di vitello ha un valore inestimabile, grazie al suo profilo amminoacidico unico.
Soprattutto i pazienti con malattie infiammatorie croniche dell’intestino avvertono rapidamente un miglioramento del benessere intestinale.

Come semplice brodo, è versatile, si può usare in molte ricette, e non altera il gusto o la consistenza delle pietanze.

Una volta trovata questa base terapeutica, anche altri rimedi individuali come omeopatici, probiotici o miscele di erbe mostrano un’efficacia maggiore.

La soluzione è spesso già nota

Spesso non è necessario inventare nulla di nuovo per affrontare con successo problemi di salute apparentemente nuovi o malattie croniche.

Siamo creature di carne e sangue, e il cibo che assumiamo può essere nocivo o benefico per il nostro organismo.


 

Un sentito ringraziamento al signor Oliver Schöpf, autore di questo interessante articolo,
e al signor Peter-Georg Rademacher.

www.naturheilpraxis-rademacher-schoepf.de

L’intestino permeabile (Leaky Gut Syndrome) – Parte 2

di Oliver Schöpf – 2024


A seguito del grande interesse suscitato dal nostro precedente articolo, desideriamo approfondire ulteriormente il tema dell’intestino permeabile.
Tutti gli ambiti della medicina naturale concordano su un punto:
la salute dell’intestino rappresenta una base fondamentale per il benessere dell’intero organismo.

Il tratto digerente decide cosa il corpo assorbe e cosa viene espulso.
Possiamo immaginare questo sistema complesso come un impianto di riciclaggio, poiché il cibo, nella forma in cui viene ingerito, è spesso una miscela di sostanze non immediatamente utilizzabili dal corpo.

Classifichiamo gli alimenti in carboidrati, grassi e proteine.
La digestione e l’assorbimento avvengono secondo una precisa sequenza enzimatica, localizzata in diverse parti dell’apparato digerente.

Poiché l’uomo è un onnivoro, ha la capacità di digerire quasi qualsiasi alimento.
Tuttavia, a differenza della maggior parte degli animali, non possiede un sistema digerente altamente specializzato.
È quindi dipendente dalla preparazione del cibo, ossia da una sua pre-elaborazione.
Nel corso della sua evoluzione, l’uomo ha imparato a cuocere, fermentare e trasformare gli alimenti.

Sebbene l’uomo sia in grado, in linea generale, di digerire alimenti crudi, fatica a farlo in determinate situazioni.
Lo vediamo chiaramente quando una persona passa a una dieta crudista:
se l’intestino non è abituato, reagisce con gonfiore, meteorismo o diarrea.

 

Inoltre, sappiamo che persone denutrite, in situazioni di emergenza, possono morire immediatamente dopo aver consumato carne magra, perché il corpo non ha più le forze per elaborare proteine complesse.

Le proteine: alimento e minaccia

Il corpo deve investire molta energia per digerire il cibo.
Tra i tre macronutrienti – carboidrati, grassi e proteine – la digestione delle proteine è la più impegnativa dal punto di vista metabolico.

Dal punto di vista biologico, la digestione delle proteine rappresenta un processo rischioso:
le proteine possono essere un dono prezioso, ma anche un pericolo mortale.
I veleni più potenti in natura sono proteine, così come la maggior parte degli allergeni.
Eppure, sono anche il materiale di costruzione di cellule, secrezioni ed enzimi.

Come descritto nella prima parte dell’articolo, una scorretta degradazione delle proteine è un tema cruciale nella medicina olistica.
Poiché l’intestino ha anche un ruolo protettivo, esso contiene una grande parte del sistema immunitario.

In questo contesto, due fattori sono fondamentali:

  1. il danneggiamento dell’integrità cellulare della mucosa intestinale

  2. la carenza o debolezza degli enzimi digestivi

Quando la parete intestinale diventa porosa, non è più in grado di proteggere l’organismo da sottoprodotti tossici o allergenici della digestione proteica.
Inoltre, i succhi digestivi non hanno più la qualità necessaria per scomporre le proteine in modo completo.

Di conseguenza, frammenti proteici non digeriti finiscono nel sangue e stimolano costantemente il sistema immunitario.

 

La lista delle malattie potenzialmente collegate a questo processo è lunga – e la loro cura spesso complessa e faticosa.

Una speranza dalla natura: il brodo di piede di vitello

Proprio per la difficoltà del trattamento, ci rallegra ancor di più aver scoperto un rimedio utile, in grado di offrire sollievo e supportare la guarigione dell’intestino danneggiato.

Il nostro ringraziamento va al maestro macellaio e nutrizionista Schedl, per la sua produzione del brodo di piede di vitello secondo Hildegard von Bingen.

Questo brodo occupava una posizione centrale nella medicina monastica, soprattutto durante la convalescenza.
È rinforzante per natura e ha un effetto calmante sull’intestino.

Le persone che soffrono della classica sindrome dell’intestino irritabile apprezzano molto l’effetto rapido e positivo.
Anche le convalescenze prolungate dopo malattie gravi possono essere sostenute ottimamente con questo alimento ricostituente.

Il brodo di piede di vitello si presta bene anche a combinazioni alimentari e può valorizzare fonti proteiche vegetali come legumi, alcuni cereali o alghe, migliorandone la tollerabilità e l’assimilazione.

Ma ciò che è ancora più importante è che si spera in un effetto riparatore diretto sulla mucosa intestinale.
Le osservazioni cliniche dei sintomi nei pazienti con disturbi intestinali alimentano questa speranza.

Resta da vedere se anche malattie immunologiche gravi possano essere positivamente influenzate.
I risultati già confermati nella cura dell’artrosi e dell’artrite fanno pensare che questo prodotto naturale contenga ancora molto potenziale inespresso.


 

Un sentito ringraziamento al signor Oliver Schöpf, autore di questo articolo,
e al signor Peter-Georg Rademacher.

www.naturheilpraxis-rademacher-schoepf.de


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